DA:LUCIDA MATURA

A TE LA SCELTA

Mia camminata.
Mia gota fino al mento.
Mia risata e voglia di piangere. Mia distrazione per cose magiche. Mia fortunata apparizione e convivenza. Mia l’impazienza di aspettare un appuntamento. Mia l’eccentricità. Di ridere se qualcuno ride.
Mio il ricciolino di capelli sotto l’orecchio, mio il taglio.
Mio il racconto nell’esatto momento in cui accade. Mio il tormento anche se non ti cerco.
Mio il nasino, l’occhietto in preda a qualche sensazione, mio colore. Mio l’istinto di toccare tutti gli animali attorcigliati nella terra, comprese le lumache. Mio il caratteraccio, il donarsi, il ridere, il sole, l’aiutare senza giri di parole. Mio il cambiare umore, l’orgoglio, la voglia di essere rimasta impressa, il chiedere attenzioni, il diciottesimo giocattolo, il calzino. Mio il completino di canottiere, il gilet di trent’anni fa, i pantaloncini, il Carillon, paura del buio, accompagnami e tienimi la mano, il pigiama macchiato, l’uscita organizzata al volo. Mio il complimento prima di dormire, mio il primo racconto horror, la prima favola dark di vampiri.
Mio lo sguardo, la carnagione, il pollice ma anche l’indice, la voglia di saltare, di arrampicare rami lassù.
Tua la vita che hai davanti, compresa la mia, la sua, quella strada, l’aiuola di spine qui sotto, speriamo di non bruciarne altre. Di vite brevi. Tu mi sorreggi, mi correggi, mi imiti, mi dai speranza, mi maturi, mi chiedi scusa se parli col boccone in bocca, mi spingi forte se non ti capisco, mi dici che vado bene così. Quel che è più strano, è che ti fidi solo di me. Mi entri dentro in empatia da un’altra stanza e tiri fuori telepatia. Dei giorni penso, “forse è magica”, poi sparisci, d’incanto mi fai chiudere gli occhi, e mi dai un bacio. Tua l’intelligenza. Tua la spontaneità di abbracciare sconosciuti. Tua la libertà di scegliere ciò che più desideri.