Peccato! Avreste potuto passare persino per brave persone. Perfino per collaborative. È stato un peccato. Non avete colto al volo le 10 chances che vi ho dato, per poter passare alla storia come belle persone. Che danno quella mano in più. Invece no, non avete colto le possibilità. Ed io ho perso tempo, mi sono contornata di bruttezza e non di bellezza. Basta con tutta questa bruttezza! Là fuori è pieno di gente che brilla! Basta mischiarmi coi brutti, coi non appassionati, con chi non vuole partecipare e non si schiera mai. Con chi ride sempre e si volta sempre dall’altra parte. Ed io posso essere più Bella di così!
Archivi tag: Qui dentro
Guarda che non sono io
BRUTTO CARATTERE
( 23 del mese )
“BRUTTO CARATTERE”
Che vi piaccia oppure no sentirlo, lei quella notte aveva la carne coriacea! Consistenza della materia del cuoio. Dura come una bistecca prima di essere cucinata. Il primo e il secondo strato di pelle era tiglioso, non riusciva ad afferrarlo col pollice e l’indice. Pizzicotti a vuoto. Ma s’incaponì e ci riprovò una, due, tre volte, era come cercare di afferrare tra le dita la superficie di un tavolo. Eppure quelle parole “Provi a dare dei piccoli pizzicotti al collo per vedere se riapre gli occhi”, le risuonavano come un rimbombo nel tunnel della sua mente. I minuti passavano anche senza che lei li vedesse scorrere nell’orologio grosso al muro di fronte. Non li teneva d’occhio ma li sentiva velocizzare dal tumulto del cuore. Uno scorrere del tempo di un’altra dimensione.
“Allora, provi a far così, provi a dare dei piccoli pizzicotti al collo per vedere se riapre gli occhi” non sentendo risposta l’operatrice al telefono, continuò stavolta con voce più forte, voleva catapultarsi dal cellulare in quel pavimento, voce razionale ma quasi preoccupata: “Pronto? Allora? C’è ancora? Che mi dice, gli occhi li riapre? Altri movimenti?”
“No, uhmm no no, io qui vedo che…”
“Che? Guardi che se non vede più muovere il petto, su e giù, le devo spiegare le manovre di rianimazione artificiale”
“Eh? No, no, anzi il petto si muove tantissimo, respira eccome! Mi sono spiegata? È questo il punto, sembra che dorma, come, come se… russasse! Ecco ecco la sta sentendo? Sente sente? Respira, russa, dorme, gli occhi cavolo però non li riapre…”. Poi riavvicinò le dita al collo che cercava con tutte le sue forze di tener su, per dare altri pizzicotti, uno, due, tre, ma niente, gli occhi erano sempre serrati, blu, immobili senza dar il ben che minimo movimento. La cosa strana era che la gamba ogni tanto oscillava d’impulso, il petto era agitato, il russare sembrava una parvenza di vita, ma gli occhi erano come cuciti col filo blu.
Poi d’improvviso un rumore tipo gorgoglìo dallo stomaco, venir piano piano su, fino ad uscire dalla bocca, anch’essa serrata, come se fosse disegnata dalla punta di un pennarello fine. Pareva dovesse uscir fuori chissà che, dal rumore di rantolo, invece uscì lentamente un rivolo di sostanza semisolida, colore scuro.
“Ma che? Oddio sta vomitando! Aspetti sento che sta quasi soffocando dal suo vomito, fa tipo bolle, aspetti cerco di rigirarla, oddio ma è pesantissima, non ce la faccio, aspetti cerco! Ecco, ecco, l’ho messa sopra di me, tipo a sedere, il viso glielo sto tenendo girato di lato… ma è duro, non si vuole girare! non so sento tipo… come se la mollassi si rimette rigida e può soffocare… Ma cos’è? Oddio cos’è?”
“Cos’è cosa? Me lo descrivi?”
“Sta uscendo dalla bocca una cosa nera, uhmm no marrone scura, forse sta vomitanto il caffè? Sa lei beve tanto Orzo la mattina a colazione, forse è l’Orzo? Secondo lei?”
“Non lo so… ah è una roba scura? Ah no io così per telefono non saprei dirle… Comunque mi stanno comunicando che l’ambulanza è già quasi sotto casa vostra, solo che non riescono a trovar bene il numero civico”; e la linea telefonica s’interruppe bruscamente.
La giovane donna iniziò a tremare seriamente, si sentiva terrorizzata. Sapeva che la cosa era sempre più grave. In maniera meccanica si concentrava soltando a prenderle quella pelle bluastra del collo, senza successo però, non era pizzicotto che le veniva bene! Piano piano stava realizzando che pure la mano era chiusa in uno strano pugno, con le dita secche, fredde, disidratate di sangue. Ormai era passata più di mezz’ora da quando era accaduto tutto. Le avevano detto al telefono parole chiavi tipo: “se non respira deve farle la rianimazione. Massaggio cardiaco. Se non risponde vuol dire che non è vigile. Arriviamo subito!” E invece si sentiva persa, tremendamente sola e responsabile.
Il cellulare si illuminò squillando. L’operatrice del 118 l’aveva richiamata per fortuna. Perché lei si sentiva bloccata.
“Pronto? Com’è la situazione lì?”
“Menomale mi ha richiamato lei! Non sapevo cosa fare. La situazione è esattamente come poco fa:dorme, non si sveglia, do colpetti alla guancia, ma non riapre gli occhi, ha continuato a vomitare questa roba marrone quasi nera, sto cercando di non farla soffocare, ma proprio non mi spiego perché non intende svegliarsi!”
“Mi stanno dicendo se lì con lei c’è qualcuno, se può scendere giù ad aprire la sbarra condominiale?”
“C’è mia figlia qui con me, ma no no, ha solo 10 anni, è buio giù, boh ok scendo io! Tu rimani qui, tienila girata così, ti prego forte, se no soffoca… Arrivo più presto che posso!”
.
Alanis Morissette!
Gabrielle Segal
“IL CRONC-CRONC DEL FANTASMA E LA MIA NUOVA OSSESSIONE”
Mi hai fatto sgambetto
ed eri solo un’anima.
Ti ho sentito col piede, che t’ho pestato
ed eri solo in spirito,
perché questa è l’unica condizione
in cui potersi vedere.
Questa è la realtà
la zattera percorreva il denso stagno
acqua gelida di fine Febbraio, scheletro ben conscio,
“Poi improvvisamente sceglievo io le persone,
la musica, le case, la marca delle sigarette
Mi davano soldi in cambio del mio tempo
ma finivano continuamente
Ricordo poco o niente”
fumano gli Zen Circus, la mia nuova ossessione.
“Come se provassi amore quanto è difficile da immaginare
Come una guerra dove non si muore o una malattia
che non ha sintomi, anche senza cura
non dà dolore”
tirano petardi gli Zen Circus, cioè capisci?
Una gola come la mia, chiusa
e stangata e continuamente criticata,
ove percepire tutte le ombre che mi circondano
è l’unica maniera per non andar nei pazzi.
Cronc-Cronc-Cronc, lo senti il rosicchiare?
Ma il vaso zeppo di vermi s’é rovesciato
si sono sparpagliati
proprio mentre sono sola
proprio mentre sei solo un fantasma.
Hai spostato la copertina dei Nirvana
il piano di lavoro della tua foglia a nove punte
mentre mi hai fatto inciampare, quando mi hai pestato
eppure sei solo l’anelito del cosmo.
Circus
Scrivere mi riesce meglio
Ma non voglio farmi leggere
Non riesco nemmeno io a leggermi
Aspetto la rivoluzione
Ma aspettare è non agire
Scegliere di non scegliere
Una scelta obbligata
Ma i problemi degli altri mi hanno sempre affascinato
O forse distratta
Odio il giorno del mio compleanno
Io volevo andare via
Camminare sui vetri con le scarpe
Mentre sono ancora qua
A compiacere tutti quanti
Compiacere qualcuno che dice di amarmi
Il mondo non ha unicorni
Non ha foglie a sette punte
Ha voci ma non visi Sempre le stesse voci
Di una donna in silenzio e di uomini confusi
E i padron ‘ntoni della nostra epoca non possono capire
La mia adolescenza è stata la prima a fuggire
Ilenia La piazza è vuota Ilenia La piazza è muta
Se mi tocchi l’ombelico c’è un filo che mi arriva in gola
Ho una madre che vorrebbe fossi un’altra persona
Io non so parlare il mio viso narra per me
Sono un po’ bestia un po’ danno
E vorrei vivere nuda Sento il mondo con il naso
ODIO AVERCELO TAPPATO!
Mi affeziono facilmente Ma non ho voglia di spiegare
Che poi in realtà so anche parlare
Ma non si capisce bene
E quindi un po’ mi dispiace Anzi non mi dispiace
Di averti conosciuto in un brutto periodo
Perché sei stato più bello Hai brillato di più
Una scopata un peso Non so cosa è stato per te
Ma ma non voglio saperlo il perché
Mi piace fantasticare e mettere alla fine delle frasi il perché
Ilenia qui le piazze sono affollate
Ma innocue Ormai le piazze fanno rivoluzioni
solo quando sono vuote
Ilenia La piazza è vuota Ilenia La piazza è muta
Ilenia La piazza è vuota Ilenia La piazza è muta
Qui le bare sono strette
Ma le vogliono abitare
Le chitarre senza corde
L’avere senza il dare
Qui confondono il dolore con le lacrime di gioia
Pochi brividi o sussulti
Molta prosa troppa noia
Qui non puoi fuggire perché tu sei il carceriere
Qui tutto è razionale
Solo obbligo e dovere!
Qui dove vivi adesso In un anelito del cuore
In attesa di un qualcosa
Di un qualcuno
Di un errore.
^^THE ZEN CIRCUS^^
Amore, emozione, umiltà, rispetto, orgoglio, stima, musicalità.